Millenario di San Leo

Per celebrare il millenario della traslazione* di San Leo, i Comuni di San Leo, Voghiera e Sasso Marconi, con il sostegno della Regione Emilia Romagna, hanno predisposto un calendario di eventi attraverso cui indagare e fare conoscere la figura del Santo e il suo rapporto con le singole realtà storico-culturali e socio-economiche dei territori interessati.
La città di Sasso Marconi partecipa con una serie di appuntamenti concentrati nel week-end del 3-4 settembre e finalizzati a favorire la riscoperta della figura di San Leo e delle ragioni storiche, culturali e sociali che hanno portato alla presenza di una chiesa dedicata al Santo nell’omonima località: la chiesa si trova in una zona in cui un tempo operavano numerosi tagliapietre e scalpellini (di cui San Leo è il Santo patrono) e, secondo la tradizione, custodisce una reliquia di San Leo dalle qualità taumaturgiche.
Si comincia sabato 3 settembre con una “Mostra di Icone Sacre” curata da Don Gian Luca Busi, parroco di San Leo ed esperto di tale forma di espressione religiosa e artistica. La mostra verrà inaugurata alle 18 nella Sala Mostre comunale “Renato Giorgi”.
A seguire (ore 20), l’adiacente Giardino “Marija Gimbutas” ospiterà il concerto per pianoforte “Icone Sonore - musiche di Ravel, Prokofiev, Rachmaninoff” con il maestro David Alexandru Irimescu.
Domenica 4 settembre il programma prevede un’escursione da San Leo alla Rupe con cenni storici sull’antica attività di estrazione di pietra arenaria nelle cave della Rupe (ore 17.30), seguita dal concerto “I Fiamminghi e l’Italia - la polifonia vocale in Europa tra XV e XVI sec.”, a cura dell’Ensemble Vocale “Odhecaton” (chiesa di San Leo, ore 21).
Tutti i dettagli sulle iniziative in programma a Sasso Marconi sono disponibili nel volantino QUI allegato.
* Mille anni fa - nel 1016 - l’imperatore tedesco Enrico II tentò di traslare a Spira, in Germania, il corpo di San Leone (alias San Leo), fondatore della Città di San Leo e patrono dei tagliapietre. La tradizione narra che i cavalli che trainavano il carro, giunti a Voghenza nei pressi di Ferrara, si imbizzarrirono, costringendo Enrico II a lasciare il corpo del Santo in un luogo, poi chiamato San Leo di Voghenza. La comunità di Voghenza - oggi in Comune di Voghiera custodisce tuttora le ossa del Santo in un santuario.