Borgo di Colle Ameno 17.11.2007
Report I° Incontro Laboratorio conoscitivo-progettuale
In concomitanza con l’inaugurazione ufficiale delle sale pubbliche di Colle Ameno si è sperimentato il primo di una serie di incontri, che abbiamo definito “Laboratorio conoscitivo-progettuale”, volto a coinvolgere i cittadini e altri gruppi organizzati (associazioni, imprese, cooperative, enti, fondazioni, etc.) sulla destinazione funzionale delle sale di Villa Ghisilieri e Villa Davia.
Tale iniziativa si fonda sul principio secondo cui è importante considerare il parere di chiunque sia il destinatario di una trasformazione, per arricchire il quadro delle possibilità e per cercare soluzioni migliori. Siamo infatti di fronte ad un progetto complesso che necessita di una risposta che si fonda su una logica plurale e non di specializzazione settoriale.
Le soluzioni che la giunta comunale sta vagliando per la destinazione d’uso di alcuni spazi di Borgo di Colle Ameno mirano alla promozione dei prodotti del territorio, alla qualità della vita e alla salute, al recupero del patrimonio storico, al rispetto dell’ambiente e non ultimo al tema della memoria. Sono temi di ampio respiro che possono essere sviluppati sulla base di quella che è la vocazione storica ed architettonica del borgo, senza dimenticare i vincoli di sostenibilità e di manutenzione del progetto.
In questo primo incontro si è cominciato a raccogliere proposte, rimandando la riflessione analitica sulla fattibilità delle ipotesi a riunioni più operative.
Il suggerimento dato in apertura di questo laboratorio è quello di provare a ragionare in modo sistemico, ovvero pensiamo anche a partner o altre risorse già esistenti che si possono coinvolgere, riflettiamo su sinergie possibili, oppure raccontiamo esperienze analoghe di successo di cui siamo già a conoscenza sul territorio.
Ricordiamo in sintesi alcune questioni/vincoli dai quali non possiamo prescindere:
1)Vincoli storico-architettonici
2)Alti costi di recupero e manutenzione: tema della sostenibilità del progetto
3)Varietà delle richieste, esigenze, interessi
4)Tema cruciale e delicato per lo sviluppo strategico del paese
Di seguito una breve sintesi dei contributi della giornata e le proposte emerse:
Sandra Federici (ass. alle Pari opportunità e progetti innovativi di Sasso Marconi)
Presenta l’idea del laboratorio conoscitivo-progettuale con il quale si vogliono coinvolgere i cittadini e altri gruppi (associazioni sociali e culturali, imprese, cooperative, enti, fondazioni, etc.) sulla destinazione funzionale delle sale di Villa Ghisilieri e Villa Davia. Espone i limiti e le questioni fondamentali del tema Borgo di Colle Ameno come ambito di lavoro (vedi introduzione).
Arch. Mazzanti (ex Sindaco di Sasso Marconi):
Racconta gli inizi del progetto di ristrutturazione negli anni Ottanta. Colle ameno era stato ricevuto in dono dalla fondazione Marconi da parte delle proprietà Rizzi, che aveva fatto crollare la struttura per incuria. Era costruito con ciottoli di fiume, con malte deboli. Il borgo si è salvato perché era abitato. Il comune trovoò un accordo con la Fondazione Marconi che non riusciva nemmeno a finanziare la manutenzione. Operazione molto complessa a cui collaborò l’Oikos. Collaborò molto lo storico Paolo Guidotti.
L’iniziativa va continuata e vanno messe in campo delle situazioni gestionali che consentano uno sviluppo adeguato. Idea delle ceramiche è sicuramente da sviluppare. Forse è necessario creare un organismo esterno, una fondazione.
Andrea Mantovani (ass. all’Urbanistica di Sasso Marconi):
illustra la pianta del piano terra. Il progetto di massima è stato presentato alla sovrintendenza a luglio ed è auspicabile che l’anno prossimo prossimo si possa iniziare. Circa 2500 metri quadri per un costo di 6.000.000 di euro di cui il comune ha già la metà, derivante dai fondi della variante di valico.
La giunta ha scelto di recuperare per intero al grezzo mantenendo la struttura precedente.
Ezio Scatolini (Docente di Psicologia del lavoro, esperto di dinamiche dei gruppi):
Siamo in un contesto complesso, non complicato. Occorre quindi affrontarlo in una logica plurale, non settoriale. Ci sono vincoli e pluralità. L’oggetto in questione va visto come spazio fisico, sociale, emotivo. Quando ci sono queste trasformazioni è importante raccogliere i pareri di chi le vive.
Invita il pubblico a esprimere le proprie opinioni sulla destinazione di Colle Ameno.
Gianni Pellegrini:
afferma la priorità di dare vita ad un organismo di gestione del Borgo di Colle Ameno, si può negoziare la forma e la struttura o le partnership da creare, ma è importante crearlo per ovviare al ciclico cambio di amministrazioni che implica rallentamenti e ripartenze sul progetto in questione. Il Borgo avrà bisogno di continui restauri e manutenzioni, occorre quindi una “stanza di comando” per generare idee e progettualità; ciò faciliterà anche il reperimento di contributi pubblici e privati.
Propone la creazione di una “fabbrica” di Colle Ameno.
Eliseo Fava:
è d’accordo con il contributo precedente ed afferma la necessità di allargare le ricerche di partner, perché c’è bisogno di capitale di rischio da investire. Poi c’è bisogno di un project manager che individui quali sono i settori ad alta produttività che consentano di avere un ritorno.
Maura Degli Esposti (Ass. Gemellaggio):
propone una metafora e afferma che l’amministrazione deve avere “un sogno”: Colle Ameno è dei cittadini, e occorre raccogliere il contributo di tutti i cittadini per rilanciare l’idea di un Borgo fruibile da tutti, poiché appartiene un po’ a tutti, a prescindere dagli avvicendamenti futuri delle amministrazioni.
Luciano Bondioli (Ass. Progetto 10 righe):
ricorda ai convenuti i precedenti incontri e tavole rotonde (1999, 2000) per raccontare la storia di Colle Ameno. Il gruppo di studi e di ricerca storica -di cui fa parte- crede molto in questo progetto, e nella possibilità di creare dei collegamenti tematici con l’Aula della Memoria oppure un centro di documentazione storica. Questo sito può rivelarsi utile anche come catalizzatore dei reperti archeologici rinvenuti a Sasso Marconi, che attualmente sono custoditi in diversi luoghi sul territorio.
Sintesi le proposte di attività da realizzare a Colle Ameno potrebbero essere: 1) Centro documentazione storica, 2) Iniziativa-fiera del libro e dei piccoli editori.
Paolo Nichelini (Ass. Progetto 10 righe):
rimarca la peculiarità dell’esperienza avviata con le scuole nel recente passato. I vari progetti hanno coinvolto molto i ragazzi che hanno avuto l’opportunità di esplorare la “cittadella perfetta”, e di cogliere dal vivo l’Idea illuminista di città ideale, piuttosto che leggerla passivamente sui libri di scuola. Qui vedevano la dimora del signore, le botteghe, la chiesina, l’ospedale, l’infermeria, il luogo d’incontro dell’accademia, il teatro, la stamperia. A questo proposito si potrebbe restituire tale idea di unitarietà attraverso un’adeguata cartellonistica. È infatti raro ritrovare un sito simile in altri luoghi del territorio bolognese. Ciò permetterebbe ai ragazzi di leggere la storia sul territorio dove abitano: Rinascimento a Palazzo Rossi, epoca romana nell’acquedotto, Illuminismo nel Borgo di Colle Ameno.
Proposta avanzata: 1)Mostra del libro antico, o comunque un centro di archiviazione e documentazione storica; 2) Parco tematico sulle telecomunicazioni e la storia di Marconi.
Dea Bacchetti:
ribadisce che Colle Ameno è un patrimonio storico che va al di là dei confini del comune di Sasso. La sua attività di artigiana nelle botteghe del borgo la porta continuamente a contatto con il passato, ma anche con il presente. Il presente ci propone una realtà con poca gente che visita e vive il borgo: si deve pensare in grande, ovvero a quei luoghi che attraggono visitatori perché ci sono botteghe e operai che svolgono un lavoro di qualità. Attirare gente da fuori con grandi mostre, oppure antiquariato di alto livello, a suo parere la storia del Ghisilieri ci ha lasciato questo insegnamento.
Proposta: 1) Mostra-fiera di antiquariato di alto livello; 2) Mostra pittura
Carmela Gardini (ANPI):
sostiene che il borgo sconta in modo grave la necessità di dover progredire nel suo sviluppo con tempi diversi. Si sono fatte case popolari per abitanti. Il tipo di finanziamenti ha stravolto alcune parti, ad esempio le scuderie. Sarebbe meglio destinarle a museo. Il destino del borgo lo ha già definito il Ghisilieri. Il profilo da tenere è quello di altissima qualità delle iniziative. Per esempio allargare le botteghe e recuperare la stamperia. Così come si è fatto per l’Aula della Memoria, in cui si è puntato ad un’alta qualità per la fruizione didattica, e si è mantenuto alto l’obiettivo fino in fondo.
L’unica riserva è che si proceda a macchia di leopardo, senza una visione che porti tale progetto a sintesi. Ci vuole professionalità, non basta la spinta volontaristica. Ci vuole un supporto culturale, strutturale e professionale gestito da grandi competenze.
Maura Degli Esposti:
afferma che è importante anche sensibilizzare gli abitanti perché vivano meglio i loro spazi. Occorre far capire loro quello che possono fare tutti i giorni per valorizzare il Borgo, per sentirlo proprio.
Giancarlo Dalle Donne (coop. Radici):
ricorda che non è il caso di mitizzare la nobiltà bolognese del Settecento. Ghisilieri aveva degli interessi: era in contrasto con la chiesa di Pontecchio, perché voleva raccogliere l’obolo dei fedeli. Può essere interessante raccontare questa storia e riflettere sulle motivazioni del suo agire nella crisi della nobiltà bolognese.
Propone che il sito possa ospitare una mostra del libro antico coinvolgendo le librerie antiquarie bolognesi. Oppure la creazione di un centro di documentazione legato alla storia della costruzione del borgo, e a quella della famiglia Ghisilieri. Proposta: 1) Mostra libro antico; 2) Centro documentazione “Costruzione del Borgo”
Marilena Fabbri:
chiude il giro di contributi invitando a ripensare le varie proposte in modo più analitico.
Aggiunge che va ripensata la funzione complessiva del Borgo. Gli amministratori si sono appoggiati a varie forme di finanziamento a seconda delle occasioni. Questo ha vincolato poi parti del borgo a determinate tipologie di uso. Colle Ameno sarà finita tra 5 anni, quindi bisogna pensare a delle destinazioni, ma che non siano troppo vincolanti. Dare il giusto mix tra funzioni fisse e funzioni il più possibile polivalenti e polifunzionali. L’obiettivo di questa giunta è di arrivare alla fine del mandato con una proposta concreta di destinazione e con un’idea anche di gestione. Prima della fine del mandato c’è anche l’idea che esca parzialmente la residenzialità pubblica da qui, o che si abiti in questo luogo con maggiore consapevolezza del valore del Borgo. Si vorrebbe anche definire meglio l’arredo del parco, curare il decoro, le aiuole, le sedute e la distesa dei panni.
Infine per ciò che concerne il recupero delle due ville, le alternative sono le seguenti: o recuperare una parte completamente e tenere il resto a rudere, con il rischio che crolli. Oppure recuperare tutto al grezzo, con tutti i volumi disponibili. Questo può aiutare anche nel trovare contributi, perché Colle Ameno piace a tanti ma fa anche paura.